Un giorno in Consiglio regionale (di Rosamaria Maggio)

In Consiglio Regionale della Sardegna l’opposizione ha proposto una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente Solinas che ha dichiarato il proprio sì, senza interpellare nessuno, al DDL sull’Autonomia Differenziata ed ha richiesto le dimissioni del presidente del Consiglio Regionale Pais per non aver convocato l’aula sul tema.

(MOZIONE N. 637. CADDEO – COCCO – LAI – LOI – ORRÙ – PIU sulla mancata convocazione del Consi­glio regionale sul tema dell’Autonomia differenziata)

Ieri, finalmente, si è discusso in Assemblea di Autonomia Differenziata, ma solo perché l’opposizione ha proposto la mozione di sfiducia succitata, per i motivi precedentemente esposti, anche se tardivamente dato che la conferenza Stato-Regione convocata per il parere delle Regioni, si è tenuta il 2 marzo. In quella occasione, è stato l’assessore Doria che, su delega del Presidente, ha dato parere positivo al DDL Calderoli senza aver sentito l’assemblea regionale.

L’opposizione ha stigmatizzato la gravità del comportamento del Presidente che ha esautorato il Consiglio regionale delle sue prerogative.

L’On. Laura Caddeo nel suo intervento ha sottolineato come la Costituzione affermi l’indivisibilità ed unitarietà dello Stato pur nel riconoscimento delle autonomie locali ed ha evidenziato che l’approvazione del DDL porterebbe alla frantumazione del paese in tante regioni a diversa velocità, in quanto è fondato il pericolo di vedere le Regioni con maggiori disponibilità economiche confermare, se non migliorare, il proprio sistema economico, produttivo e sociale, a scapito di chi sta più indietro. Con l’applicazione del principio della spesa storica ai LEP ed in considerazione del fatto che il DDL prevede che l’autonomia differenziata sia realizzata a spesa invariata, la conseguenza sarebbe di confermare per le regioni che più hanno di mantenere l’esistente e quelle più in difficoltà di non poter progredire e diminuire le disuguaglianze. La Consigliera Caddeo ha anche parlato di ciò che succederebbe ad esempio nel campo dell’istruzione, col rischio di regionalizzare i curricoli, di trasferire il personale alle regioni con conseguenze anche sul piano contrattuale e retributivo, sulla mobilità e l’organico, in una Regione ad altissimo abbandono e dispersione scolastica, nonché con alta fuga di cervelli.

Altrettanto interessante e appassionato l’intervento dell’On. Maria Laura Orrù che ha sottolineato come sia stato adottato un metodo di lavoro sbagliato e offensivo per l’assemblea sarda, chiamata a discutere di un impianto normativo così delicato a cose fatte. Questo sì al DDL Calderoli pesa come un macigno sull’autonomia sarda e la sua specialità, condannandola ad essere considerata regione di serie B. La Consigliera chiama la maggioranza ad assumersi la responsabilità di aver scelto un’Italia a due velocità, una Sardegna più debole e fragile, sventolando la bandiera dei 4 mori ma condannandola ad abbassare la benda sugli occhi. Ha anche sottolineato le conseguenze sui bilanci delle amministrazioni comunali già in sofferenza nel fornire servizi come mense scolastiche, trasporti e servizi alla persona.

Tutta l’opposizione ed in particolare gli On.i Piero Comandini e Massimo Zedda hanno smontato il tentativo della maggioranza di avere un voto bi-partisan sul fatto che il DDL Calderoli non menzioni l’insularità. Un bluff da principianti che l’On. Zedda ha rimosso, sottolineando che il DDL è fonte subordinata alla Costituzione che porta l’insularità al comma 6 dell’art.119, il che rende superflua qualunque menzione nel DDL. Ciò non è bastato ad impedire che la maggioranza votasse un ridicolo o.d.g. dell’On. Michele Cossa sull’insularità da inserire nel DDL. Il ministro Calderoli aveva peraltro inviato rassicurazioni con una lettera al Presidente letta in aula.

Bizzarro poi l’intervento dell’On. Alessandra Zedda della maggioranza, che ha attaccato il Presidente di cui era vice fino a poco tempo fa, con contestazioni in apparenza molto vicine alla minoranza.

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