Care socie, cari soci,
come già sapete giovedì 18 aprile come Scuola di cultura politica Francesco Cocco organizziamo a Cagliari presso l’Hotel Regina Margherita, a partire dalle ore 9.00, un Convegno di studio, analisi e proposte dal titolo: Sardegna, per un nuovo Statuto speciale. Idee, progetti e possibili processi di autogoverno.
E’ un convegno a cui stiamo lavorando da molto tempo, già previsto operativamente nel mese di novembre dello scorso anno e poi rimandato in quanto troppo vicino ala campagna elettorale per le regionali.
Il Convegno è il risultato di un importante lavoro svolto da sette dei nostri soci che hanno dedicato tempo, energie e passione per la migliore riuscita di questa iniziativa.
Voglio qui riportare alcune considerazioni di fondo sugli obiettivi e i contenuti dell’iniziativa.
Autogoverno non significa secessione, tutt’altro!
Il migliore esempio di attuazione dell’autogoverno in Italia è costituito dal Trentino Alto Adige, di cui vi invito a leggere lo statuto e conoscerne l’economia, la struttura delle due province, i meccanismi del legislativo e le capacità operativo gestionale, l’organizzazione sociale e istituzionale.
Di questa regione, forse l’elemento che più mi ha colpito e continua a meravigliarmi, è che il benessere è equilibrato territorialmente, con evidenti ripercussioni positive in entrambe le province.
Dagli esempi virtuosi abbiamo tutti da imparare, sempre, basta trovarli, studiarli e farne tesoro!
Per quanto ci riguarda, quando parliamo di autogoverno non improvvisiamo perché i nostri riferimenti ideali tra federalismo e autogoverno si rifanno ai grandi protagonisti e pensatori della storia politica e culturale sarda e nazionale come Angioy, Tuveri, Asproni, Mazzini, Cattaneo, Gramsci, Bellieni, Lussu, Simon Mossa, Melis e i movimenti politici popolari, identitari, etno-culturali e indipendentisti attivi in Sardegna dagli anni ’70 ai giorni nostri.
Tutto il convegno, diciamo proprio il tema dell’autogoverno nella sua complessità e le sei materie su indicate saranno affrontate dai seguenti cinque punti di vista: politico, tecnico-scientifico, giuridico-costituzionale, economico-occupazionale e finanziario, fiscale e tributario.
E’ questa anche una novità metodologica di rilievo che intendo sottolineare: un convegno politico certo, ma fortemente ancorato ad un approccio metodologico multidisciplinare, con alla base il metodo tecnico-scientifico legato alle risorse, come si conviene quando il tema riveste tale complessità e si vuole passare dal campo delle sole idee alla concretezza progettuale.
Posto che le materie che la Costituzione enumera come “concorrenti” sono fonte di confusione e continui contenziosi, la prima questione da porre nel rapporto Regione/Stato, e questo vale per ogni regione italiana, riguarda l’individuazione delle materie di stretta competenza regionale (senza nessuna intromissione dello Stato centrale) e quelle di competenza statale.
Al riguardo, tra diverse altre, sicuramente la sanità e l’istruzione dovrebbero essere di competenza statale, da gestire a amministrare però sulla base di Livelli Uniformi delle Prestazioni e non di Livelli Essenziali delle Prestazioni che per natura tendono inesorabilmente verso il basso e pregiudicano la vivibilità dignitosa di tutte le periferie del nostro paese, ivi comprese le regioni del Sud e delle isole.
A completamento di questo assunto, lo Stato per garantire i diritti di cittadinanza, si intende tutti i diritti, deve essere dotato di un fondo perequativo adeguato al fine di poter riequilibrare le prestazioni di tutti i servizi di sua pertinenza ad ogni latitudine, compresi tutti i territori della nostra isola, con una redistribuzione delle risorse economiche e finanziarie mirate a colmare i “gap” tra regioni.
Alcuni temi caratterizzano specificatamente la Sardegna e ci si chiede: sui trasporti e sull’energia decide lo Stato o la Regione come rappresentante della sovranità popolare sarda? E sulla lingua e la cultura sarda? E sull’ambiente e sul Paesaggio? E sul governo del territorio e le servitù militari?
Tutte domande, come si vede, centrali già nell’esperienza degli ultimi decenni della nostra storia politica e culturale ed oggi più vive che mai perché si tratta di domande ancora prive di risposta e di programmi di governo regionale adeguati almeno per l’individuazione di possibili percorsi di autogoverno da avviare.
Lo statuto dell’autonomia speciale è stato approvato con legge costituzionale nel 1948, ma ad oggi risulta in parte inapplicato e ampiamente superato in diversi punti qualificanti a partire dalle sei materie su indicate.
A nostro avviso, nonostante la presenza incombente dei progetti di riforma del Premierato e dell’Autonomia differenziata di Calderoli, ci sono le condizioni per una riscrittura dello Statuto speciale che, tra gli altri punti fondamentali da rivedere, almeno sulle materie elencate consenta di individuare reali percorsi di autogoverno o, per alcuni studiosi e protagonisti della storia politica culturale della Sardegna, percorsi di “autonomia integrale” del popolo sardo.
Ogni processo di cambiamento ha bisogno comunque di concretezza e per questo riteniamo che un approccio integrato alle sei materie dai cinque punti di vista indicati permetteranno di individuare proposte realistiche, indicando anche le risorse economiche e finanziarie atte alla loro realizzazione, immediatamente percorribili dalle istituzioni elettive e da tutti i luoghi decisionali preposti alla guida della Sardegna.
Il convegno si svolgerà giovedì 18 aprile Aprile presso l’Hotel Regina Margherita, Viale Regina Margherita 44, Cagliari.
La giornata è articolata in due sessioni plenarie dalle 9.00 – 13.00 e dalle 14.30 alle 19.30.
Con l’augurio di vedervi tutti giovedì, possibilmente anche con amici e conoscenti,
un caro saluto a tutti,
Fernando Codonesu
Considerazioni sul contenuto del convegno del 18 aprile (di Fernando Codonesu)
Care socie, cari soci,
come già sapete giovedì 18 aprile come Scuola di cultura politica Francesco Cocco organizziamo a Cagliari presso l’Hotel Regina Margherita, a partire dalle ore 9.00, un Convegno di studio, analisi e proposte dal titolo: Sardegna, per un nuovo Statuto speciale. Idee, progetti e possibili processi di autogoverno.
E’ un convegno a cui stiamo lavorando da molto tempo, già previsto operativamente nel mese di novembre dello scorso anno e poi rimandato in quanto troppo vicino ala campagna elettorale per le regionali.
Il Convegno è il risultato di un importante lavoro svolto da sette dei nostri soci che hanno dedicato tempo, energie e passione per la migliore riuscita di questa iniziativa.
Voglio qui riportare alcune considerazioni di fondo sugli obiettivi e i contenuti dell’iniziativa.
Autogoverno non significa secessione, tutt’altro!
Il migliore esempio di attuazione dell’autogoverno in Italia è costituito dal Trentino Alto Adige, di cui vi invito a leggere lo statuto e conoscerne l’economia, la struttura delle due province, i meccanismi del legislativo e le capacità operativo gestionale, l’organizzazione sociale e istituzionale.
Di questa regione, forse l’elemento che più mi ha colpito e continua a meravigliarmi, è che il benessere è equilibrato territorialmente, con evidenti ripercussioni positive in entrambe le province.
Dagli esempi virtuosi abbiamo tutti da imparare, sempre, basta trovarli, studiarli e farne tesoro!
Per quanto ci riguarda, quando parliamo di autogoverno non improvvisiamo perché i nostri riferimenti ideali tra federalismo e autogoverno si rifanno ai grandi protagonisti e pensatori della storia politica e culturale sarda e nazionale come Angioy, Tuveri, Asproni, Mazzini, Cattaneo, Gramsci, Bellieni, Lussu, Simon Mossa, Melis e i movimenti politici popolari, identitari, etno-culturali e indipendentisti attivi in Sardegna dagli anni ’70 ai giorni nostri.
Tutto il convegno, diciamo proprio il tema dell’autogoverno nella sua complessità e le sei materie su indicate saranno affrontate dai seguenti cinque punti di vista: politico, tecnico-scientifico, giuridico-costituzionale, economico-occupazionale e finanziario, fiscale e tributario.
E’ questa anche una novità metodologica di rilievo che intendo sottolineare: un convegno politico certo, ma fortemente ancorato ad un approccio metodologico multidisciplinare, con alla base il metodo tecnico-scientifico legato alle risorse, come si conviene quando il tema riveste tale complessità e si vuole passare dal campo delle sole idee alla concretezza progettuale.
Posto che le materie che la Costituzione enumera come “concorrenti” sono fonte di confusione e continui contenziosi, la prima questione da porre nel rapporto Regione/Stato, e questo vale per ogni regione italiana, riguarda l’individuazione delle materie di stretta competenza regionale (senza nessuna intromissione dello Stato centrale) e quelle di competenza statale.
Al riguardo, tra diverse altre, sicuramente la sanità e l’istruzione dovrebbero essere di competenza statale, da gestire a amministrare però sulla base di Livelli Uniformi delle Prestazioni e non di Livelli Essenziali delle Prestazioni che per natura tendono inesorabilmente verso il basso e pregiudicano la vivibilità dignitosa di tutte le periferie del nostro paese, ivi comprese le regioni del Sud e delle isole.
A completamento di questo assunto, lo Stato per garantire i diritti di cittadinanza, si intende tutti i diritti, deve essere dotato di un fondo perequativo adeguato al fine di poter riequilibrare le prestazioni di tutti i servizi di sua pertinenza ad ogni latitudine, compresi tutti i territori della nostra isola, con una redistribuzione delle risorse economiche e finanziarie mirate a colmare i “gap” tra regioni.
Alcuni temi caratterizzano specificatamente la Sardegna e ci si chiede: sui trasporti e sull’energia decide lo Stato o la Regione come rappresentante della sovranità popolare sarda? E sulla lingua e la cultura sarda? E sull’ambiente e sul Paesaggio? E sul governo del territorio e le servitù militari?
Tutte domande, come si vede, centrali già nell’esperienza degli ultimi decenni della nostra storia politica e culturale ed oggi più vive che mai perché si tratta di domande ancora prive di risposta e di programmi di governo regionale adeguati almeno per l’individuazione di possibili percorsi di autogoverno da avviare.
Lo statuto dell’autonomia speciale è stato approvato con legge costituzionale nel 1948, ma ad oggi risulta in parte inapplicato e ampiamente superato in diversi punti qualificanti a partire dalle sei materie su indicate.
A nostro avviso, nonostante la presenza incombente dei progetti di riforma del Premierato e dell’Autonomia differenziata di Calderoli, ci sono le condizioni per una riscrittura dello Statuto speciale che, tra gli altri punti fondamentali da rivedere, almeno sulle materie elencate consenta di individuare reali percorsi di autogoverno o, per alcuni studiosi e protagonisti della storia politica culturale della Sardegna, percorsi di “autonomia integrale” del popolo sardo.
Ogni processo di cambiamento ha bisogno comunque di concretezza e per questo riteniamo che un approccio integrato alle sei materie dai cinque punti di vista indicati permetteranno di individuare proposte realistiche, indicando anche le risorse economiche e finanziarie atte alla loro realizzazione, immediatamente percorribili dalle istituzioni elettive e da tutti i luoghi decisionali preposti alla guida della Sardegna.
Il convegno si svolgerà giovedì 18 aprile Aprile presso l’Hotel Regina Margherita, Viale Regina Margherita 44, Cagliari.
La giornata è articolata in due sessioni plenarie dalle 9.00 – 13.00 e dalle 14.30 alle 19.30.
Con l’augurio di vedervi tutti giovedì, possibilmente anche con amici e conoscenti,
un caro saluto a tutti,
Fernando Codonesu
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