Covid e Diritti

Covid e Diritti

 

Di Rosamaria Maggio

 
Circolano da tempo sul web, posizioni meritevoli di attenzione che provengono da un popolo colto di filosofi, insegnanti, medici ecc., che si pongono la preoccupata domanda e qualche volta affermano con fermezza, che tutti i provvedimenti adottati dai governi che si sono trovati a gestire e gestiscono la pandemia, violano principi fondamentali quali il diritto di libertà individuale. Aggiungono che l’obbligatorietà vaccinale sarebbe contro la nostra Costituzione e la normativa Europea. A conferma di ciò alcuni fanno osservare che nessun paese europeo ha adottato l’obbligo vaccinale.
 
Mi permetto sommessamente di dissentire e cercherò di argomentare il perché’.
 
I filosofi Cacciari ed Agamben, a proposito di Green pass, hanno parlato di discriminazione di categorie di persone. Per citare due nomi autorevoli.
Per chi abitualmente pratica i social, è abbastanza diffusa poi la posizione di persone appartenenti al mondo della cultura che, devo dire in modo molto trasversale, sostengono che i provvedimenti governativi attuali e del vicino passato, hanno di volta in volta violato principi fondamentali come quello di libertà, sia con riferimento al diritto alla salute che alla libera circolazione delle persone, ecc.
Avendo lavorato con gli studenti su questi temi per una vita professionale, provo ad argomentare la mia posizione nel modo più semplice possibile, che è poi quello che ho dovuto adottare ed imparare per gli alunni.
Gli articoli della Costituzione che affrontano i temi delle libertà vanno dall’art.13 e ss.
Per comprenderli, anche se il noto linguista Tullio De Mauro aveva osservato che la Costituzione è un testo di facile lettura e comprensione, non basta saper leggere. Occorre conoscere il contesto storico in cui sono stati scritti, il compromesso fra forze politiche di orientamento diverso, occorre leggerli per intero e non solo il primo capoverso, farsi aiutare da quella che i giuristi chiamano interpretazione logica e con riguardo alla intenzione del legislatore oltre che da quella letterale non sempre sufficiente.
Detto questo, se l’art.16 recita che “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale”, bisogna soffermarsi anche sulla affermazione seguente e cioè : “salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza”.
Già da decenni per prendere una nave o un aereo ad esempio, dobbiamo esibire o la carta d’identità o un passaporto.
In passato se si rientrava da paesi ove fossero presenti epidemie, i nostri ospedali erano attrezzati per poter mettere in isolamento i viaggiatori. Vi sono paesi che richiedono obbligatoriamente il vaccino contro la febbre gialla ai viaggiatori in transito nel loro paese. Ad es. il Congo , la Costa d’avorio, il Ghana, ecc.
Quindi nessuna incostituzionalità visto che l’art.16 prevede quel “salvo” con riferimento ai motivi sanitari o di sicurezza.
Stesso ragionamento possiamo fare con riferimento agli altri articoli sulla libertà personale, sulla libertà di corrispondenza e informazione.
Nel caso specifico quindi la pandemia mondiale, così definita prima di tutto dall’OMS, giustifica senza ombra di dubbio quelle restrizioni alla nostra circolazione, alla nostra libertà personale, in quanto rientrante nelle limitazioni possibili per motivi di sanità.
Vi è poi l’art.32 della Cost. che ci consente un altro importante ragionamento sul piano dei diritti fondamentali e del loro rapporto con l’interesse generale.
La scelta del costituente è stata infatti quella di far prevalere l’interesse generale su quello individuale quando i due interessi entrano in conflitto.
Infatti l’art. 32 (ma non è l’unico nel quale vediamo affermato questo principio), stabilisce che: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo” ma poi aggiunge “e interesse della collettività’. E garantisce cure agli indigenti”. Quindi anche il diritto alla salute individuale è interesse della collettività’. Inoltre è vero che “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario”, ma l’articolo segue dicendo “ se non per disposizione di legge”. Questa è la parte della norma che giustifica e legittima la presenza nel nostro ordinamento di ben 10 vaccini a tutti i cittadini da 0 a 16 anni e che legittimerebbe un vaccino obbligatorio Covid.
Vi è poi la questione europea. Qualcuno sostiene che vi sarebbe una norma europea che vieterebbe la obbligatorietà vaccinale.
Il riferimento è al Regolamento n.953/2021, approvato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio .Tale regolamento è quello che introduce il green pass eu, lasciando poi liberi gli stati di declinarne l’utilizzo secondo scelte interne. In pratica introduce il quadro per il rilascio, la verifica e l’accettazione di certificati interoperabili di vaccinazione, di test e di guarigione in relazione alla COVID-19 (certificato COVID digitale dell’UE) per agevolare la libera circolazione delle persone durante la pandemia di COVID-19.
Quanto poi alla risoluzione del Consiglio d’Europa n.2361/2021, oltre a ricordare che il Consiglio d’Europa è un’organizzazione internazionale che promuove i diritti umani e non coincide con l’Unione Europea ed anzi è più ampia di questa, comprendendo 47 stati membri, è altresì utile sottolineare che la natura giuridica delle risoluzioni è di fornire indicazioni non giuridicamente vincolanti per gli stati membri.
Nel caso specifico detta risoluzione fornisce indicazioni per la distribuzione e somministrazione di vaccini Covid-19 ed adotta linee guida per una campagna vaccinale efficiente.
Quindi ancora una volta nessun disposizione che vieti la obbligatorietà dei vaccini perché questo non rientrerebbe nei compiti del Consiglio, ne’ la risoluzione ne avrebbe la forza giuridica. Vero è che anche l’OMS invita gli stati a favorire una vaccinazione volontaria, fondata sul consenso dei singoli e sulla convinzione della loro efficacia.
Ciò ovviamente non preclude ai singoli stati di giungere a legittime decisioni diverse, qualora si rendesse necessario.
Sono convinta che la posizione dei singoli partiti in Italia ed altrove, condizioni non poco le decisioni governative. E non penso di essere ingenua se penso che anche da noi con un governo cosi variopinto e durante il semestre bianco, una decisione in favore della obbligatorietà potrebbe portare ad una difficile crisi di governo.

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