Elly Schlein, un cambiamento necessario Un anno di impegno politico anche in Sardegna (di Fernando Codonesu)

Tra un anno si vota per le europee. Elly Schlein è la segretaria del PD e questa è una gran bella notizia, per il partito che guida, per tutta l’opposizione e per la democrazia italiana.

Tra un anno si vota in Sardegna, per la Regione, ma anche nelle città di Cagliari e Sassari.

Un anno di grande impegno per tutti noi, a tutti i livelli.

Siccome le elezioni ai gazebo del PD erano aperte a tutti, anche ai non iscritti, sono andato a votare convintamente per Elly Schlein, perché è di sinistra inequivocabilmente ed era ora che quel partito si riappropriasse di quello spirito che fu, un’idea di sinistra da trasformare in progetto di cambiamento, certo di quel partito, ma soprattutto un cambiamento sociale a partire da una ripresa della partecipazione politica della cittadinanza.

I primi passi della sua segreteria appena insediata sono molto incoraggianti.

Se la si confronta con i vari segretari che si sono succeduti in quel partito, a partire dall’ultimo, Enrico Letta, Schlein è la personificazione del cambiamento.

Quel partito può ancora cambiare in meglio in questo anno che ci separa dalle elezioni europee. E cambia in meglio se Bonaccini, uno dei migliori quadri (in senso leninista) di partito, fa veramente il presidente che, lo ricordo qui, ha soprattutto un ruolo attivo di garanzia, non di guida o controllo dell’organizzazione che spetta alla segretaria.

Nel ruolo di garanzia di Bonaccini, e lealmente a fianco della nuova segretaria, c’è la possibilità concreta che il PD rimanga unito, aumenti gli iscritti, rafforzi il suo messaggio politico e diventi l’asse dell’opposizione unita al governo Meloni. Si deve costruire una alternativa di governo che si realizza cammin facendo, a partire dai temi già comuni alle forze di opposizione, come quelli del lavoro e del salario minimo, e quelli sui quali si deve lavorare concretamente come un’iniziativa europea di pace per la fine della guerra in Ucraina.

Io sono fiducioso.

Anche in Sardegna abbiamo solo un anno di tempo per accelerare la costruzione di un’alternativa alla destra leghista in salsa sarda rappresentata dalla giunta Solinas.

Questa giunta è la peggiore anche rispetto alle precedenti giunte di centrodestra, a causa del ruolo del PSdAZ.

In questo anno si deve costruire un’alternativa di sistema con un centrosinistra imperniato sul PD, con quello che rimane del raggruppamento conosciuto come campo progressista, con una chiara alleanza con il M5S basata sui contenuti.

Dal mio punto di vista potranno e dovrebbero far parte di questo schieramento tutto il mondo dell’associazionismo ambientalista e libertario, il civismo democratico e le variegate espressioni dell’autodeterminazione sarda, a partire dai Rossomori, e in cui ricomprendo anche coloro che sentono più forti i temi dell’identità, dell’autonomia, dell’autogoverno e dell’indipendentismo, nonché tutti i vari partiti di quella più volte denominata nuova sinistra (sono 50 anni che sento questa espressione, che non sia tanto nuova non viene in mente a nessuno?) che hanno riprodotto nella propria bandiera il simbolo con la falce e il martello.

Considerata la follia delle tre liste presenti nella precedente competizione elettorale sarda del 2019, per scelta ombelicale dei cosiddetti leader di allora, se quel mondo dell’autodeterminazione non farà parte di questo schieramento politico elettorale, la responsabilità dell’estinzione e dell’oblio di quel sentimento e idea di autogoverno ricadrà interamente su chi sceglierà l’isolamento.

Uno schieramento tutto da costruire e chi non ne farà parte non avrà la possibilità di recuperare con gli esami di riparazione!

Continuo ad essere fiducioso e detta con Ernst Bloch a coltivare la filosofia della speranza.

Ma siccome non basta sperare, proprio nel rispetto del pensiero blochiano è opportuno che con questo progetto politico a breve termine ci si misuri in fretta e convintamente, con tutte le forze che abbiamo.

Ben venga allora un impegno diretto anche con propria candidatura per la Regione o la città di Cagliari da parte di soci della Scuola di cultura politica Francesco Cocco.

Una o più candidature saranno la dimostrazione che la nostra semina, iniziata formalmente quattro anni fa ma con radici lontane, incomincia a germogliare.

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Discussion

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    Gavino — 15/03/2023 at 12:11

    Gavino Zicconi
    Quel che per me risulta incomprensibile è come il cambio del segretario determini lo stravolgimento di un partito. Intanto lo ritengo offensivo nei confronti dei tanti segretari che si sono succeduti alla guida del PD, inoltre potrebbe essere applicato a tutti i partiti ed estremizzando varrebbe anche per “Fratelli d’Italia” che cesserebbe a seconda del segretario di essere nei fatti un partito para-fascista. Quindi prima del segretario occorrerebbe fare una analisi (di classe) di cosa sia il PD dalle sue origini ai nostri giorni, per me la cosa che risalta subito è che il PD (nomen omen) è nato per rappresentare gli interessi della classe dominante non a caso il neoliberismo è la sua ideologia. Altra cosa è pensare che sia possibile fare una grande ammucchiata per le prossime elezioni amministrative senza prima elaborare un programma capace di riunire tutte le forze che non si riconoscono nei partiti al governo della regione. Ed altra cosa ancora è ritenere che i soci della scuola (al di là delle scelte individuali) siano disponibili a buttarsi nella battaglia elettorale utilizzando la scuola come trampolino di lancio.

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      Mariella Montixi — 15/03/2023 at 18:32

      Gavino, certo che il cambio di segretario non determina sempre lo stravolgimento di un partito (anche se Renzi l’aveva stravolto eccome!) ma in questo caso per la Schlein si è mosso tutto un popolo di sinistra non iscritto al PD che ha dato fiducia ad una ventata di novità e potrebbe contribuire allo spostamento dell’asse PD a sinistra, cosa che ovviamente non sarà dietro l’angolo, che richiederà forza e tempo ma che potrebbe essere certamente meglio di quello che abbiamo attualmente.
      Abbiamo bisogno di contrastare la destra e non possiamo certo farlo con partiti minoritari che non andranno mai a governare quindi ben venga la giovane Schlein a dare ai nostri figli un briciolo di speranza per il futuro.

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    Mariella Montixi — 15/03/2023 at 08:21

    Ottima analisi Fernando, condivido e sottoscrivo ogni riga. Creiamo dibattito e diamo fiducia ad un cambiamento che ci auspichiamo arrivi nelle prossime regionali a scalzare come dici giustamente tu, uno dei governi peggiori di sempre.

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