Istruzione differenziata, un giorno di riflessione con la FLC CGIL (di Rosamaria Maggio)

In una assemblea molto partecipata docenti, dirigenti scolastici e studenti, hanno discusso a Cagliari, con la partecipazione di rappresentanti sindacali, esperti e politici, di Autonomia differenziata con particolare attenzione all’istruzione.

Alcuni interventi meritano di essere segnalati, non per maggiore importanza ma perché, dovendo fare sintesi, hanno concorso a sottolineare aspetti per certi versi inediti.

Per prima la denuncia della rappresentante della FLC Sardegna, professoressa Emanuela Valurta, che ha richiamato l’attenzione sull’istruzione differenziata già in atto in Sardegna; denuncia che con il dimensionamento del Ministro Valditara si prevedono almeno 45 autonomie scolastiche in meno nei prossimi 2 anni e 700 in tutta Italia nei prossimi 5 anni.

Importante poi l’intervento del prof. Giovanni Coinu, costituzionalista dell’Università di Cagliari, il quale fa una lettura tecnico -laica della Costituzione cui è stato rapportato il DDL Calderoli. Quest’ultimo, sottolinea Coinu, tenta di normalizzare il tentativo di interpretazione dell’art.116 ma anche del 117 in modo che contempli la disunione del Paese. Egli ci ricorda che tutte le norme attuative di articoli costituzionali non possono disattendere il Principi fondamentali come quello di solidarietà (ar.2), di uguaglianza, (art. 3), autonomistico nell’unitarietà dello Stato (art. 5), tutti principi peraltro non modificabili.

Il prof. Coinu sottolinea anche che dal 2001, anno della riforma del titolo V, le Regioni hanno ben poco utilizzato i maggiori poteri loro attribuiti dalla riforma, ma hanno continuato a svolgere esclusivamente attività amministrativa allo scopo di utilizzare le risorse locali e statali senza coinvolgere gli organi legislativi in processi di innovazione normativa e di attuazione del titolo V. In qualche modo disattendendo la vulgata secondo cui tanta responsabilità dell’inefficienza dei governi regionali dipenderebbe proprio da quella riforma.

A questa argomentazione si accompagna utilmente l’analisi della Professoressa Sabrina Perra, sociologa dell’organizzazione all’Università di Cagliari. La Prof.ssa Perra sottolinea come dalle indagini statistiche portate avanti dal suo gruppo di ricerca, emerga come ci troviamo già di fronte ad una differenziazione nell’esercizio di diritti fondamentali, come la sanità e l’istruzione. Differenze non solo regionali ma anche di area all’interno della stessa regione.

Negli anni si è andati verso una privatizzazione di questi servizi acuendo così’ le differenze ed aumentando la spesa pubblica.

Con l’Autonomia Differenziata la situazione peggiorerebbe soltanto e ciò è in controtendenza anche rispetto ad altri paesi come ad esempio la Gran Bretagna, ove a Londra si stanno centralizzando nuovamente sia l’istruzione che la sanità, in quanto si è accertato che la privatizzazione ha peggiorato l’accesso ai servizi aumentando la spesa pubblica. Così pure sta accadendo in Francia.

Non si capisce come in Italia si ignorino anche i risultati delle analisi su qualità, accesso ai servizi e costi effettuati dai nostri studiosi.

Si sono poi susseguiti gli altri interventi in programma, da Dario Missaglia a Francesco Sinopoli, da Fausto Durante allo studente Michele Pintus dell’U.d.S, al Sindaco di Ossi Pasquale Lubinu, all’On. Francesca Ghirra e all’On. Salvatore Corrias.

Tutti uniti nella condanna di questo DDL, nella speranza che il Presidente Mattarella si rifiuti di promulgare la legge qualora giungesse a concludere il suo iter, ma soprattutto richiamando i presenti alla necessità di sottoscrivere la proposta di riforma costituzionale dell’art. 116, 3 co. della Costituzione, promossa dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale e dichiarando la propria disponibilità a promuovere sul territorio la raccolta delle firme.

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