“ Memoria, libertà di opinione e censura” di Gabriella Lanero

Recentemente, nel corso dell’assemblea dibattito “Libertà di stampa, libertà di opinione, censura”, abbiamo parlato della stampa come strumento d’informazione e di formazione culturale e politica delle persone, dei cittadini. Vorrei ricollegare questo aspetto alla funzione dell’ istruzione e della formazione delle coscienze nella scuola, parlando di un caso attinente al tema della libertà di opinione, della sua libera espressione e della censura.
Nelle giornate precedenti la Giornata della Memoria, la Direttrice dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio ha inviato ai Dirigenti scolastici una circolare riservata, che aveva come oggetto “Svolgimento delle attività didattiche”. La lettera è stata pubblicata sul Corriere di Roma, perché qualcuno ha reagito denunciando un’intromissione illegittima.
Ne riporto interamente il testo :
“Nell’approssimarsi della Giornata della Memoria ed alla luce degli scenari internazionali di crisi si raccomanda le SS.LL. di porre la massima attenzione per prevenire iniziative o comportamenti che possano turbare la serenità degli studenti e delle studentesse nonché il regolare funzionamento delle attività didattiche.
Ogni eventuale elemento di novità al riguardo deve essere rappresentato allo scrivente Ufficio con la massima tempestività”.
Questa circolare appare inquietante sia per le intenzioni che possiamo attribuire, dato il contenuto ambiguo, velato, allusivo nelle espressioni, sia in relazione a quanto chiede di prevenire: “iniziative o comportamenti che possano turbare la serenità degli studenti e delle studentesse”.
Che cosa può turbare la serenità quando si celebra la Giornata della Memoria?
Il giorno dopo la stessa Dirigente ha inviato, questa volta in modo pubblico, in piena trasparenza, una lettera rivolta alle scuole, come abituale nelle giornate celebrative, in cui rivolge l’invito “ad approfondire il passato dei genocidi, a comprendere meglio quanto è successo ieri per fare in modo che non possa replicarsi”.
Quindi che cosa poteva turbare la serenità? Affermare che quanto è successo nel passato accade ancora?
In effetti in quei giorni a Roma si poneva e si stava dibattendo la questione della manifestazione a sostegno della Palestina, contro il genocidio del popolo palestinese. La dirigente dell’USR si muove in tempo, in modo da prevenire. Chiede ai Presidi di intervenire e segnalare tempestivamente qualsiasi novità, rispetto a quello che si è sempre fatto.
Non dice chiaramente a quali iniziative o comportamenti si riferisce e di chi: dei docenti, degli alunni?
Le funzioni dell’USR non sono quelle di dare indicazioni e suggerimenti su cosa debba essere fatto o non fatto nello svolgimento delle attività didattiche né sui contenuti, sui metodi e sulle iniziative. Questo è prerogativa e responsabilità dell’autonomia scolastica ed è attinente alla funzione del docente, una funzione che è collegiale, pluralistica e si esplica nella relazione docente-alunno.
L’art. 33 della Costituzione afferma il valore della libertà dell’insegnamento ponendola in un contesto pluralistico.
Il principio costituzionale è confermato nel Testo Unico sulla Scuola (D.Lgs. n. 297 del 1994) che recita all’“Art. 1 Formazione della personalità degli alunni e libertà d’insegnamento: 1. Nel rispetto delle norme costituzionali e degli ordinamenti della scuola stabiliti dal presente testo unico, ai docenti è garantita la libertà di insegnamento intesa come autonomia didattica e come libera espressione culturale del docente. 2. L’esercizio di tale libertà è diretto a promuovere, attraverso un confronto aperto di posizioni culturali, la piena formazione della personalità degli alunni; e nell’“Art. 2 Tutela della libertà di coscienza degli alunni e diritto allo studio: 1. L’azione di promozione di cui all’articolo 1 è attuata nel rispetto della coscienza morale e civile degli alunni”.
La circolare è dunque un’intromissione illegittima, allarmante anche nei toni e nello stile, un esercizio di potere che non spetta. Un potere di censura, autoritario, già visto in altri casi, per esempio nel caso della Preside Annalisa Savino che, nel febbraio 2023, si rivolse con una lettera agli alunni e ai genitori invitandoli a non essere indifferenti verso la violenza messa in atto da alcuni ragazzi neofascisti. Il ministro Valditara si era detto dispiaciuto per un’iniziativa definita “espressione di una politicizzazione che non doveva avere posto nella scuola” ventilando la minaccia di prendere misure se l’atteggiamento fosse persistito. “In Italia non c’è alcuna deriva autoritaria e violenta, non c’è pericolo fascista” aveva dichiarato in un’intervista.
Così la dirigente dell’USR Lazio forse dimentica che quanto si ricorda nella giornata della memoria fu possibile, nell’indifferenza della maggioranza, proprio perché la libertà di espressione, di opinione, di manifestazione, di stampa, erano state impedite, messe sotto censura, con la pretesa di formare coscienze incapaci di pensiero autonomo e dissenso.