Dal Congresso ANPI un forte impegno unitario per la pace e il disarmo (di Andrea Pubusa)

      da Democraziaoggi.it del 28 marzo

Sul Congresso dell’ANPI si sono accaniti tutti per arruolarlo nel campo degli interventisti, quelli di destra, che hanno artatamente richiamato la Resistenza sempre contrastata perché a trazione comunista, e quelli di sinistra, che si sono messi l’elmetto per essere più “realisti” ed efficaci. Ma hanno ottenuto un secco no. L’ANPI condanna con fermezza l’invasione russa dell’Ucraina, ma non indietreggia di un millimetro sull’idea che la pace si conquista soltanto con una trattativa internazionale diretta dall’ONU, col sostegno delle grandi potenze. Lo ha ripetuto Pagliarulo nella sua relazione, nelle dichiarazioni alla stampa e nelle conclusioni, lo hanno ribadito, con forza, i delegati nei loro interventi e nel voto. Il documento finale ha avuto solo 20 astensioni e nessun voto contrario. Chi ha tentato di dividere e frantumare l’ANPI è servito.
“Non è in discussione la condanna irreversibile dell’invasione russa, le violenze imperdonabili e la piena e concreta solidarietà col popolo ucraino e il suo diritto alla resistenza”, ha detto Pagliarulo. Ma allo stesso tempo contesta quella che definisce – attaccando i giornali – “la militarizzazione del dibattito pubblico”. Ovvero, a suo dire, “il misto di fake news e aggressioni verbali a chiunque si permetta di contraddire il loro verbo. Esattamente il contrario della difesa dei valori occidentali di cui si dicono vessilliferi”. Menziona Eschilo: “La prima vittima della guerra è la verità”. Invece “dobbiamo cercare di capire le cause e il contesto”.
Eccolo il contesto. È un errore “ignorare o minimizzare la recente storia ucraina, da Maidan alle formazioni naziste ucraine, alla Crimea, al Donbass, alle interferenze russe, alla strage nazista alla Casa dei sindacati di Odessa del 2014 e a tutto quello che è successo ad est negli ultimi vent’anni. Sbaglia chi guarda l’albero e non vede la foresta. Perciò non diamo scomuniche, ma nemmeno ne accettiamo”.
Quindi sì alle sanzioni, “ma intelligenti”, no al sostegno militare, perché “si può interpretare da parte dello Stato invasore come un atto di cobelligeranza e che comunque alza ulteriormente il livello della tensione internazionale”. E che “l’Ucraina da tempo sia stata riempita di armi dalla Nato lo sanno tutti”. Sul punto – dice Pagliarulo – la pensa così la maggioranza degli iscritti, ma anche degli italiani, stando ai sondaggi. “Le sanzioni parlano il linguaggio dell’economia, le armi della guerra”. Pagliarulo ha criticato Draghi (”frettolosa la richiesta di fare entrare l’Ucraina nella Ue”) , ma anche quei partiti che a parole si dicono contrari e poi in Parlamento hanno votato a favore degli aiuti militari.
In questo clima di pacifismo attivo non è un caso che i consensi più forti sono stati tributati dalla platea a don Luigi Ciotti che con molta passione si è domandato: “Dove sei Europa? Dove sei Onu?”, dopo aver esordito con un: “Cari compagni…di viaggio”. Il fondatore delle sardine, Mattia Santori, ha spiegato di essere contrario all’invio di armi (”ci sono arrivato dopo settimane di analisi e di contorsioni personali”). Molto apprezzata Gianna Fracassi (Cgil) per avere detto che gli attacchi all’Anpi “sono fuori dalla decenza”.
Grandi applausi a Patrick Zaki: «Voglio cogliere questa opportunità per menzionare le migliaia di prigionieri per reati di opinione in tutto il mondo che stanno perdendo la loro vita in prigione perché hanno detto la loro verità», lanciando un appello al Congresso: «Ricordatevi di loro e continuate ad essere la loro voce, come voi siete stati la mia quando ero nei loro panni».
Ma che fare per uscirne? Come imporre concretamente a Putin la fine delle ostilità?
“L’Unione ha finora risposto in maniera frenetica ad ogni mossa militare russa accettando la sua agenda, che andrebbe capovolta. L’Anpi propone perciò che la Ue si faccia portatrice di una proposta rivolta a tutti i Paesi europei non Ue che aggiorni gli accordi di Helsinki del 1975 a cominciare dall’inviolabilità dei confini nazionali”, ha spiegato Pagliarulo. Soprattutto “stabilisca un’ampia zona smilitarizzata e denuclearizzata lungo tutta la fascia di confine fra la Russia e gli altri Paesi. Per questo la Ue deve parlare con una voce sola, disponendo di un suo seggio al Consiglio di sicurezza Onu”.
Pagliarulo ha ricordato che l’ANPI è parte di uno schieramento ampio, maggioritario nella società, che va dalla CGIL ad una vastissima rete di associazioni democratiche fino a Papa Francesco.
Questo congresso, per la sua qualità e la sua salda unità, è un riferimento per tutti i democratici italiani che vogliono indipendenza e libertà per l’Ucraina con le armi del dialogo e della trattativa internazionale contro le pulsioni militariste che Putin ha indotto nelle alte sfere dell’Occidente e il cui unico esito è un conflitto nucleare.

Per una riflessione articolata sull’articolo 11 della Costituzione. (di Tonino Dessì)
Invito al dibattito (di Roberto Mirasola)

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