Lanciato in Sardegna il movimento contro l’autonomia differenziata nella prospettiva di un maggior autogoverno (di Andrea Pubusa)

autonomia-differenziata-300x157.png

L’esito positivo di una iniziativa politico-culturale si misura non solo dalla partecipazione, ma senza dubbio dai semi che sparge e dalla prospettiva che apre. Ora l’incontro organizzato martedì scorso dalla Scuola di cultura politica F. Cocco ha certamente questi ingredienti. Infatti, da Oristano e da Nuoro sono giunti ai relatori inviti a riprendere il discorso nella prospettiva della creazione di un movimento contro la proposta Calderoli subito e l’apertura di una riflessione per un ripensamento dell’Autonomia speciale. L’aspetto originale del convegno è stato non solo il fermo NO all’Autonomia differenziata ma l’apertura di un lavoro per ripensare lo Statuto speciale, riprendendo il pensiero dei grandi sardi democratici del passato da Angioy, a Tuveri, ad Asproni, a Gramsci e Lussu, tutti contro l’accentramento statale, tutti federalisti, tutti contro l’indipendentismo (salvo l’Angioy ormai repubblicano dell’esilio parigino).
Con questa impostazione il prof. Villone ha illustrato la critica del Coordinamento per la democrazia costituzionale (CDC): divide l’Italia in due, riaffermando lo storico dualismo italiano fra Settentrione e Meridione e il dominio del primo sul secondo. Il CDC non si limita ad un NO, ma propone una legge costituzionale d’iniziativa popolare che modifichi gli articoli 116, comma terzo, e l’art 117 Cost.. Materie di rilievo nazionale allo Stato (fra le quali sanità e istruzione), materie di rilievo esclusivamente locale alle Regioni. Clausola di supremazia per lo Stato.
Questa proposta apre la finestra per la seconda relazione, quella sul federalismo. Codonesu, fondatore principale e primo presidente della Scuola, non vuole certo la repubblica di arlecchino, pensa anche lui come Villone alla necessità di funzioni solo statali (difesa, giustizia, ecc., e ancora sanità e istruzione), ma pensa anche a materie d’interesse esclusivamente locale, da assegnare alle Regioni senza il limite delle leggi statali, come credeva anche Lussu. Un campo estremamente difficile e scivoloso che richiede molta analisi per individuare le materie, ma su cui vale la pena cimentarsi. Su questi punti sono prevedibili e ovvie diversità di opinioni, ma questo è il bello della ricerca. Si pensi all’energia che Codonesu sembra annoverare fra le materie esclusive per la Sardegna. Un bel rompicapo!
Un NO immediato ora e subito a Calderoli, ma non solo difesa anche attacco, come nella proposta del CDC. Cosi si ricompone e si comprende il titolo dell’iniziativa fra impegno immediato nell’opposizione ferma alla porcata del governo su cui si è tutti d’accordo, e il progetto di cambiamento e di riforma.
La terza relazione, di Alfio Desogus, ha informato sulle iniziative per la creazione anche in Sardegna di un Comitato largamente unitario, impegnato con fermezza accanto al CdC nella proposta illustrata da Villone e anche nel progetto di ricerca enunciato con passione da Codonesu. L’organizzazione del movimento richiede la mobilitazione diffusa in tutta l’isola come si fece nel 2006 contro la proposta di sfascio della costituzione di B. e nel 2016 contro la schiforma di Renzi. Compito, questo, non di una scuola, ma di un comitato che mobilita le forze sociali e stimola i partiti democratici.
In fondo la missione di una Scuola è così riassumibile: schierarsi col movimento democratico negli obbiettivi largamente condivisi e aprire con curiosità e coraggio nuovi orizzonti di riflessione e di azione. Questo spiega il buon esito di questa iniziativa, non vi pare?

P.S. Per adesioni al Comitato NO Autonomia differenziata inviare una mail al referente alfio.desogus@gmail.com

Riflessioni sull'intervista al ministro Calderoli sull'Unione Sarda (di Tonino Dessì)
No all’ Autonomia differenziata. Ripartiamo dalle parole della nostra bella Costituzione (di Rosamaria Maggio)

lascia qui i tuoi commenti

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.