25 aprile 2023 (di Lidia Roversi presidente ANPI provinciale Cagliari)

Mancano meno di due settimane al 25 aprile, la Festa della Liberazione di tutta l’Italia e dei suoi alleati dal nazifascismo.

Questo 25 aprile sarà celebrato in un anno particolare, il 75° anno della nostra Costituzione e, per la prima volta, con un Governo di estrema destra, nostalgico del ventennio fascista.

Un Governo eletto con il voto democratico dei cittadini, ma la Presidente del Consiglio non riesce neppure a pronunciare la parola “antifascista” e il Presidente del Senato non perde occasione per gettare ombre sulla Resistenza stravolgendo la storia, definendo i militari del “terzo battaglione Bozen“ una banda musicale di pensionati. Penso che le sue uscite non siano casuali. Penso che si voglia cambiare la memoria degli italiani riabilitando ciò che non può essere riabilitato, dimenticando di aver giurato fedeltà alla Costituzione repubblicana. Questo Governo è incompatibile con i valori Costituzionali, non solo cancella la verità ma rappresenta un danno. Un danno per il futuro dell’Italia e per i giovani che poco sanno e dovrebbero sapere.

Ecco perché è importante che l’ANPI collabori con le scuole, al fine di trasmettere ai giovani cosa è stato in Italia il ventennio fascista e cosa è stata la Liberazione. Dobbiamo raccontare ai ragazzi la brutalità del fascismo che ha abusato del potere e ha strutturato la sua forza sulla mancanza di democrazia, sul sopruso e sulla ignoranza della popolazione. Essere oggi antifascisti è non dimenticare il passato e trasmettere la storia di un passato violento, fatto di olio di ricino e di slogan ipocriti , fatto di retorica belligerante e pomposa che ha impedito lo sviluppo di una società plurale.

Al rischio rappresentato da questo governo di destra si aggiunge l’allarme per la grave situazione economica e sociale in cui versa l’intero Paese a causa degli effetti perversi della crisi e delle diseguaglianze. I diritti sono sempre meno uguali per tutti. I più giovani condannati a precarietà e sfruttamento, le donne a disparità non ancora risolte, gli anziani emarginati e soli e, spesso, in povertà, il diritto alla salute sempre meno garantito.

Mai come in questo momento c’è bisogno di combattere contro l’intolleranza, la sopraffazione, la violenza, le discriminazioni e le ingiustizie sociali. Mai come in questo momento c’è bisogno di difendere la Costituzione nata dalla resistenza, di combattere per la pace e contro ogni guerra.

Il prossimo 25 aprile dovrà essere l’inizio di un’evoluzione di un nuovo e moderno antifascismo, con forti basi culturali e sociali, diffuso tra tutti. Questo inizio deve partire dal capire come il vecchio fascismo del XX secolo si stia trasformando utilizzando, come sempre, le guerre in corso nel nostro pianeta, adeguandosi ai tempi moderni, utilizzando i vecchi armamentari ideologici e storici, rafforzati anche da alcune nuove tecnologie comunicative.

I pericoli di un nuovo e diffuso fascismo sono presenti a diversi livelli nelle moderne società. Gli esempi sono tanti ed inquietanti: solo per quanto attiene il nostro Paese, le apparentemente strampalate riforme, tipo ma non solo, l’autonomia differenziata, la perdita di tutele dei lavoratori, le trasformazioni della scuola e della sanità, l’indebolimento del sistema fiscale, lo stallo di integrazione del processo di unione ed integrazione europee, la ricerca di accordi sovranisti, le politiche scellerate e razziste sull’emigrazione. Il vecchio fascismo fu sconfitto dalla lotta del popolo italiano. Da questa vittoria è nata la Costituzione, la quale però è poco attuata, bisogna che sia studiata nelle scuole, ma soprattutto sentita propria, difesa e diffusa da ognuno di noi e dai futuri italiani.

Per tutto questo lanciamo un appello affinché il 25 aprile sia caratterizzato da una straordinaria partecipazione unitaria di donne e uomini, una festa pacifica, antifascista e popolare a sostegno della democrazia e a difesa della Costituzione.

Da via Rasella al 25 aprile: quali altri attacchi alla Costituzione e all’antifascismo? (di Ottavio Olita)
Che il 25 aprile segni un nuovo inizio (di Ottavio Olita portavoce per la Sardegna di Articolo 21)

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